“Abbiamo tutti i giorni a che fare con le dipendenze.
È sorprendente vedere quanti tipi di dipendenza esistono.
Sarebbe troppo facile se ci fossero solo droga, alcool e sigarette.
Ci sarà un motivo se sviluppiamo dipendenza per qualcosa, no?
Spesso, troppo spesso, ci sono cose che iniziano
e superano il limite… diventano ossessive, compulsive, incontrollabili. È lo sballo che cerchiamo, lo sballo che fa sì che tutto il resto… scompaia.
Il brutto delle dipendenze è che non finiscono mai bene.
Perché alla fine, qualunque cosa fosse a mandarci su di giri smette di farci bene e comincia a farci male.
E comunque, dicono che sia impossibile liberarsi dei vizi finché non si tocca il fondo.
Ma come si fa a capire quando l’hai toccato?
Perché non importa quanto una cosa ci faccia male…
A volte smettere è ancora più doloroso.” Non dipende che da te.
Dicono che tutti finiamo per dipendere da qualcosa. Ma è così?
Dà fastidio ammetterlo, ma a volte è proprio vero. Dipendiamo da qualcosa, eccome.
Ed io? Da cosa dipendo adesso?
A cosa si rimane così tanto intimamente legati, da presupporre che una volta che questa dipendenza non ci sarà più sarà davvero tutto così doloroso? Non so se dipendo, forse l’ho fatto. Io non dipendo. Mi lego, mi avvinghio, respiro, vivo, mi nutro, piango, sorrido, rido, poi m’addormento.
Ma non dipendo.
Forse tempo fa, anni fa, secoli fa.
Quando era tutta un’altra cosa, quando mancava l’aria e si doveva dipendere per poter respirare e vivere.
Non dipende che da te non dipendere da niente e da nessuno. Non dipende che da te non dipendere e continuare quello che hai iniziato con tenacia, caparbietà, coraggio, e forza, tanta forza. Non dipende che da te vedere la tua vita da mille altre angolazioni, fuori da quella della dipendenza.
La dipendenza mina le basi, mangia quasi sempre le radici, indebolendo i fusti, scolorendo le foglie, togliendo la luminosità. A tutti capita nella vita di ritrovarsi soli. Per un attimo dipendi da quell’immagine, da quel profumo, da quell’odore e sapore che t’è rimasto addosso, sulla pelle e sulla bocca. Poi tutto scompare.
Ho sempre pensato che si può dipendere dai sapori, dagli odori e dai profumi. In certe case ad esempio, rimane l’odore di chi le ha vissute per anni, per tantissimi anni, e quando ci torni rincominci un po’ a dipendere dal loro ricordo. È come per il fumatore che ha smesso e che si ritrova gli abiti impregnati di tabacco, e può averne nostalgia come no.
Non dipende che da te non dipendere. Ed essere forte. E capire che dipendere non ha senso, ce l’ha solo quando lo si è verso se stessi; è questa l’unica costante certa della tua vita. Io l’ho capito già da un po’.
Sì, è una forma di egoismo, ma esiste anche l’egoismo buono. E l’egoismo buono è quello che ti aiuta.
È quello che non secca ma riesce a mantenere molle e caldo il cuore. Lo protegge.
Ed io a mio modo amo dipendere dalle mie abitudini.
Amo dipendere dalle cose che mi fanno sorridere e che mi sollevano il cuore rendendolo un po’ più piuma e meno sasso, quelle che mi rendono molle e poi granitica e poi molle e poi di nuovo granitica.
Amo dipendere dall’empatia che ti fa incontrare, scontrare e toccare con qualcuno.
Amo dipendere da un sorriso e da un bacio soprattutto se interdipendenti dai miei.
Amo dipendere da un brivido che solo parole vere e audaci ti sanno regalare.
Amo dipendere dagli abbracci stretti quando non riesco proprio a prendere sonno.
Amo dipendere dall’essere due invece che una, perché anche se mi sento intera qualche parte di me ancora si sente incompleta.
E non dipende che da te non dipendere.
È sorprendente vedere quanti tipi di dipendenza esistono.
Sarebbe troppo facile se ci fossero solo droga, alcool e sigarette.
Ci sarà un motivo se sviluppiamo dipendenza per qualcosa, no?
Spesso, troppo spesso, ci sono cose che iniziano
e superano il limite… diventano ossessive, compulsive, incontrollabili. È lo sballo che cerchiamo, lo sballo che fa sì che tutto il resto… scompaia.
Il brutto delle dipendenze è che non finiscono mai bene.
Perché alla fine, qualunque cosa fosse a mandarci su di giri smette di farci bene e comincia a farci male.
E comunque, dicono che sia impossibile liberarsi dei vizi finché non si tocca il fondo.
Ma come si fa a capire quando l’hai toccato?
Perché non importa quanto una cosa ci faccia male…
A volte smettere è ancora più doloroso.” Non dipende che da te.
Dicono che tutti finiamo per dipendere da qualcosa. Ma è così?
Dà fastidio ammetterlo, ma a volte è proprio vero. Dipendiamo da qualcosa, eccome.
Ed io? Da cosa dipendo adesso?
A cosa si rimane così tanto intimamente legati, da presupporre che una volta che questa dipendenza non ci sarà più sarà davvero tutto così doloroso? Non so se dipendo, forse l’ho fatto. Io non dipendo. Mi lego, mi avvinghio, respiro, vivo, mi nutro, piango, sorrido, rido, poi m’addormento.
Ma non dipendo.
Forse tempo fa, anni fa, secoli fa.
Quando era tutta un’altra cosa, quando mancava l’aria e si doveva dipendere per poter respirare e vivere.
Non dipende che da te non dipendere da niente e da nessuno. Non dipende che da te non dipendere e continuare quello che hai iniziato con tenacia, caparbietà, coraggio, e forza, tanta forza. Non dipende che da te vedere la tua vita da mille altre angolazioni, fuori da quella della dipendenza.
La dipendenza mina le basi, mangia quasi sempre le radici, indebolendo i fusti, scolorendo le foglie, togliendo la luminosità. A tutti capita nella vita di ritrovarsi soli. Per un attimo dipendi da quell’immagine, da quel profumo, da quell’odore e sapore che t’è rimasto addosso, sulla pelle e sulla bocca. Poi tutto scompare.
Ho sempre pensato che si può dipendere dai sapori, dagli odori e dai profumi. In certe case ad esempio, rimane l’odore di chi le ha vissute per anni, per tantissimi anni, e quando ci torni rincominci un po’ a dipendere dal loro ricordo. È come per il fumatore che ha smesso e che si ritrova gli abiti impregnati di tabacco, e può averne nostalgia come no.
Non dipende che da te non dipendere. Ed essere forte. E capire che dipendere non ha senso, ce l’ha solo quando lo si è verso se stessi; è questa l’unica costante certa della tua vita. Io l’ho capito già da un po’.
Sì, è una forma di egoismo, ma esiste anche l’egoismo buono. E l’egoismo buono è quello che ti aiuta.
È quello che non secca ma riesce a mantenere molle e caldo il cuore. Lo protegge.
Ed io a mio modo amo dipendere dalle mie abitudini.
Amo dipendere dalle cose che mi fanno sorridere e che mi sollevano il cuore rendendolo un po’ più piuma e meno sasso, quelle che mi rendono molle e poi granitica e poi molle e poi di nuovo granitica.
Amo dipendere dall’empatia che ti fa incontrare, scontrare e toccare con qualcuno.
Amo dipendere da un sorriso e da un bacio soprattutto se interdipendenti dai miei.
Amo dipendere da un brivido che solo parole vere e audaci ti sanno regalare.
Amo dipendere dagli abbracci stretti quando non riesco proprio a prendere sonno.
Amo dipendere dall’essere due invece che una, perché anche se mi sento intera qualche parte di me ancora si sente incompleta.
E non dipende che da te non dipendere.
Nessun commento:
Posta un commento