lunedì 24 dicembre 2007

Adesso E' Natale!

Il Natale, un giorno speciale, da condividere con le persone che più ami... teoricamente si dice che porti pace gioia e serenità, ma se solo considerassimo ogni singolo giorno di un intero anno, come il giorno di Natale, allora saremmo così bravi da mettere da parte tutti gli odi, i rancori, le cattiverie che ognuno di noi è capace di mettere in atto verso il prossimo... Allora io mi chiedo: riusciremo mai ad essere più buoni, non solo il giorno di Natale? In questo mondo che ormai non fa che essere più meschino... per cui non mi resta che sperare, che tutti prendano esempio dal giorno di Natale, e con l'unico augurio, forse quello più importante, di portare il Natale per sempre nel cuore, e che il Natale diventi per tutti noi ogni giorno della vita... Auguri felicissimi di buon Natale!


Per i miei genitori:

Buon Natale mammina, buon Natale papà la mia lieta vocina tanti auguri vi fa, vi prometto di cuore d'esser buona ed ubbidiente, di studiar con amore, e capricci... ? Più niente! Come un dolce angioletto per voi sempre sarò. Pregherò il buon Gesù che vi dia tanto bene, tanti auguri per tutto l'anno, e vi prometto nessun danno.


Per la mia seconda famiglia :

Il Natale è un giorno speciale: - le passeggiate per le vie luminose; - le corse nei negozi; - il traffico; - i regali; - la cioccolata calda; - i desideri; - gli amici... ma soprattutto è respirare GIOIA e AMORE ed io quando sto con voi lo sento e vi ringrazio... augurandovi buone feste.


Per l’unico amore della mia vita e che tale rimarrà:

Natale è un giorno speciale, un giorno di festa, ma nemmeno sotto l'albero più grande del mondo potrei trovare un altro amore come te. Buon Natale amore mio.

venerdì 21 dicembre 2007

Indipendente!!!!!

“Abbiamo tutti i giorni a che fare con le dipendenze.
È sorprendente vedere quanti tipi di dipendenza esistono.
Sarebbe troppo facile se ci fossero solo droga, alcool e sigarette.
Ci sarà un motivo se sviluppiamo dipendenza per qualcosa, no?
Spesso, troppo spesso, ci sono cose che iniziano
e superano il limite… diventano ossessive, compulsive, incontrollabili. È lo sballo che cerchiamo, lo sballo che fa sì che tutto il resto… scompaia.
Il brutto delle dipendenze è che non finiscono mai bene.
Perché alla fine, qualunque cosa fosse a mandarci su di giri smette di farci bene e comincia a farci male.
E comunque, dicono che sia impossibile liberarsi dei vizi finché non si tocca il fondo.
Ma come si fa a capire quando l’hai toccato?
Perché non importa quanto una cosa ci faccia male…
A volte smettere è ancora più doloroso.” Non dipende che da te.
Dicono che tutti finiamo per dipendere da qualcosa. Ma è così?
Dà fastidio ammetterlo, ma a volte è proprio vero. Dipendiamo da qualcosa, eccome.
Ed io? Da cosa dipendo adesso?
A cosa si rimane così tanto intimamente legati, da presupporre che una volta che questa dipendenza non ci sarà più sarà davvero tutto così doloroso? Non so se dipendo, forse l’ho fatto. Io non dipendo. Mi lego, mi avvinghio, respiro, vivo, mi nutro, piango, sorrido, rido, poi m’addormento.
Ma non dipendo.
Forse tempo fa, anni fa, secoli fa.
Quando era tutta un’altra cosa, quando mancava l’aria e si doveva dipendere per poter respirare e vivere.
Non dipende che da te non dipendere da niente e da nessuno. Non dipende che da te non dipendere e continuare quello che hai iniziato con tenacia, caparbietà, coraggio, e forza, tanta forza. Non dipende che da te vedere la tua vita da mille altre angolazioni, fuori da quella della dipendenza.
La dipendenza mina le basi, mangia quasi sempre le radici, indebolendo i fusti, scolorendo le foglie, togliendo la luminosità. A tutti capita nella vita di ritrovarsi soli. Per un attimo dipendi da quell’immagine, da quel profumo, da quell’odore e sapore che t’è rimasto addosso, sulla pelle e sulla bocca. Poi tutto scompare.
Ho sempre pensato che si può dipendere dai sapori, dagli odori e dai profumi. In certe case ad esempio, rimane l’odore di chi le ha vissute per anni, per tantissimi anni, e quando ci torni rincominci un po’ a dipendere dal loro ricordo. È come per il fumatore che ha smesso e che si ritrova gli abiti impregnati di tabacco, e può averne nostalgia come no.
Non dipende che da te non dipendere. Ed essere forte. E capire che dipendere non ha senso, ce l’ha solo quando lo si è verso se stessi; è questa l’unica costante certa della tua vita. Io l’ho capito già da un po’.
Sì, è una forma di egoismo, ma esiste anche l’egoismo buono. E l’egoismo buono è quello che ti aiuta.
È quello che non secca ma riesce a mantenere molle e caldo il cuore. Lo protegge.
Ed io a mio modo amo dipendere dalle mie abitudini.
Amo dipendere dalle cose che mi fanno sorridere e che mi sollevano il cuore rendendolo un po’ più piuma e meno sasso, quelle che mi rendono molle e poi granitica e poi molle e poi di nuovo granitica.
Amo dipendere dall’empatia che ti fa incontrare, scontrare e toccare con qualcuno.
Amo dipendere da un sorriso e da un bacio soprattutto se interdipendenti dai miei.
Amo dipendere da un brivido che solo parole vere e audaci ti sanno regalare.
Amo dipendere dagli abbracci stretti quando non riesco proprio a prendere sonno.
Amo dipendere dall’essere due invece che una, perché anche se mi sento intera qualche parte di me ancora si sente incompleta.
E non dipende che da te non dipendere.

giovedì 20 dicembre 2007

“…Perché Non Importa Dove Tu Corra, Finirai Sempre Per Imbatterti In Te Stessa” ...

Ha ragione Paul, quando si rivolge alla sfuggente Holly, dicendole queste parole. È vero, si può fuggire quanto si vuole, si possono aprire mille porte, ci si può infilare in mille vicoli bui e correre, vivere in mille case o città, ma finiamo sempre per imbatterci in noi stessi. Non è vero forse?
Ci vuole calma, tranquillità, equilibrio e che si spolveri il tutto con un po’ di sana filosofia. Perché aiuta!
Cosa dire allora ad un’ amica che soffre per amore, che arriva a casa tua per prendere dei libri e il pomeriggio invece si trasforma in una seduta dall’analista? Lei è sul divano. La guardo e mi si stringe il cuore. Lei è me mesi fa. E mentre mi parla, sto in silenzio, sperando che sfoghi tutto il suo dolore, la rabbia, lo sgomento, i dubbi, le perplessità. Mi parla di lui, della loro storia, ed io stringo le ginocchia al petto insieme ad uno dei cuscini, e mi perdo, ci conosciamo da anni, e non pensavo che l’avrei mai vista così. Lei si sveglia un giorno e lui non si sa quel che ha. Sensazione che ho potuto conoscere dal vivo, che ti dà una mazzata tra capo e collo, aspetta che cadi, e aspetta ancora lì di fianco a te, per vedere se ce la fai a rimetterti in piedi o meno, giusto per assestarti poi un altro colpo.
È stato in quel momento che mi ha detto: “Francesca cosa devo fare?“… Ho visto paura nei suoi occhi, ho visto il senso di perdita, ed ho letto nelle pieghe del volto la domanda: “Cosa faccio se non ci sarà più?”…ed io non ho avuto colpi al cuore, ho solo fatto un enorme sospiro, rivissuto in pochi secondi i punti salienti di quel che è successo a me, e gli ho detto decisa e con un sorriso sul volto:
Vivi, vivrai come hai fatto sempre, perché è giusto che sia così, e poi starai bene!”…

Non è un sopravvivere, ma è Vivere…
Non si può scappare sempre, e forse non si deve nemmeno farlo…

I vigliacchi scappano, si chiudono nel loro dolore, pensando presuntuosamente di essere gli unici a soffrire e a stare male, ma forse non ricordano quando quel dolore l’hanno regalato loro, a chi poi a sua volta ha sofferto. Ci si dimentica spesso delle parti di sé che sono state, come se non ci fossero mai appartenute, le neghiamo, le allontaniamo inorriditi, ma non è così che si vive, così si vive a metà, così si vive senza imparare dagli errori, che è ancora peggio! E mentre lei mi parla, io metto in fila tutte quelle parti di me che sono state, il dato ed il ricevuto, l’essere e il non essere, ma decido di non mettere nulla sul piatto della bilancia, a cosa serve pesare il bene o il male dato e ricevuto, perché fare stime? Per sentirsi migliori o peggiori? Per rendere il proprio cuore più leggero, o forse più pesante, per autocommiserarsi fintamente poi? Non si deve fare nulla di tutto questo.

Le persone vere si alzano e decidono di vivere, affrontarsi e fare salti, anche se questi vanno verso un buio pesto, ma almeno ci provano, è qui che sta il loro valore, la loro forza e la differenza con il resto del mondo.

Faccio schifo come pessimista lo so, perché sono un’inguaribile ottimista, con il sorriso sempre sul volto.
Ci sono cose che è giusto fare per se stessi, perché non sopporto chi pensa di essere immune, chi si tira fuori, chi si scansa, chi pensa di vivere e invece lascia il segno delle unghiate sugli specchi su cui si è inutilmente arrampicato.
Lasciamo tutto questo agli altri, a chi decide di scappare, a chi intraprende mille strade, sperando di seminare la propria ombra, per girare l’angolo e trovarsi poi di fronte a se stessi: fermarsi, fissarsi, e capire che quella corsa è stata semplicemente inutile e rendersi conto della propria stupidità.
È la serenità che hai dentro che ti colora fuori, è l’equilibrio che non perdi che ti permette di stare in piedi, è la semplicità di alcune cose che ti aiuta a respirare meglio ogni giorno un po’ di più, sono le parole che escono fuori e che ti permettono di sfogare, spurgare il nero, ed essere forte.
Queste sono state le parole mie per lei, che a loro volta sono state le mie parole per me stessa quando ce n’è stato bisogno. Loro continuano a riprodursi dentro di me, perché è giusto così.
Mi hai detto grazie sulla porta, e non ce n’era bisogno, perché è giusto così.

martedì 18 dicembre 2007

Pensieri…

La vita è fatta di fasi, sfumate tra loro, dai confini mai netti. La vita è fatta di tante cose, alcune belle e altre brutte. La vita è fatta di pezzetti sparsi e noi passiamo il tempo a cercarli e una volta trovati pensiamo a come dargli forma. Si cerca di guardare ogni cosa da tutti i punti di vista, rovesciamo la vita, per trovare il senso, la polpa, il succo. La vita ha il sapore di un bacio, o di uno schiaffo, dell’amore o dell’odio, del caffè della mattina, del sole sulla pelle, della pioggia sull’asfalto. La vita è fatte di tante domande, poche risposte, ancor meno certezze. E poi ci sono gli occhi, le mani e le labbra. Loro vogliono guardare, toccare e parlare anche quando non si può. Vivere alle volte è un po’ come amare in silenzio qualcuno, essere attratti ed impauriti nello stesso istante. Spesso si ha più paura che coraggio, che si preferisce la testa sotto la sabbia che libera al vento. A volte si vorrebbe scomparire, alle altre si vorrebbe che tutto tornasse lì immobile per viverlo ancora una volta, poi riavvolgere il nastro e godere ancora di quelle scene, di quella musica, di quei sapori.
Lo sapevi che i sapori più intriganti sono quelli che non hai provato mai? Lo sapevi che quello che non si può raggiungere lo accarezziamo da sempre in fondo ai nostri cuori? Lo sapevi che quel che non hai a volte è l’unica cosa che si proietta all’interno delle tue palpebre un attimo prima di dormire? Lo sapevi che tutti hanno segreti che non vogliono raccontare, scrivere, urlare o soltanto sussurrare?
Ci sono domande che non si incastreranno con nessuna risposta. La vita è come incontrare una persona e nel momento stesso in cui si vede per la prima volta già sai che ti resterà impressa per una strana reazione chimica. Proprio come fa la carta fotografica con l’immagine, la cattura e la nasconde, solo gli acidi riveleranno quel che lei custodisce. Ma qual è la cartina tornasole dei nostri cuori, dei nostri occhi, delle nostre menti? Non lo so. Forse un bacio, uno sguardo, un profumo….o forse chissà. Ci sono aspetti celati in ognuno di noi, ci sono cose che non si dicono, ci sono cose che rimangono nascoste in angoli scuri della mente, ma saltano fuori quando meno te lo aspetti come gatti neri dagli occhi gialli, in una notte ancora più nera.
E poi ci sei tu davanti allo specchio, doccia appena fatta, calda, cammino scalza sul pavimento di legno e mi stendo sul divano a pensare a tutte quelle frasi sfumate tra loro….

Vorrei che fosse chiaro…

Che non mi piace essere fraintesa è ormai cosa chiara, ma forse non è un dato assodato per tutti. Che non mi piace passare per quel che non sono, per me lo è ancora di più. E quante volte l’ho scritto su queste pagine, ma evidentemente non tutti leggono e percepiscono con attenzione.
Vorrei che fosse chiaro, e forse non smetterò mai di ripeterlo, che scrivere di sé, della propria vita e di quel che accade intorno quasi tutti i giorni, non è un modo di mostrare la propria solitudine, o inadeguatezza nel mondo, o una richiesta di aiuto, o bisogno di essere ascoltati, o per lo meno non per me, questo non è il mio caso. Scrivo per esprimere me stessa, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo. Ma non tutti credono che chi scrive di sé, o pubblica una foto, o un racconto, lo faccia per questo motivo. Tra le altre cose, non vanto nemmeno un enorme bisogno di essere al centro dell’attenzione. Questa sono io, mi esprimo, mi descrivo, scrivo quello che succede alla e nella mia vita. No, non sono una di quelle che scrive, scrive e scrive per essere ascoltata e mirata, seppur presuntuosetta, ho sempre la mia umiltà in quel che scrivo senza credermi chissà chi….
Perché non mi reputo né una scrittrice, né un’attrice, perché se lo fossi stata forse non sarei qui, o forse si. Non sono come le altre persone o forse si, spetta a chi mi legge, sempre se lo vuole, cercare di capire e di mettere insieme dei pezzi, io non chiedo nulla di tutto questo. Certo, ci sono persone che scrivono solo per abbeverare il loro ego, ma io ho una vita fuori di qui, fatta di libri da studiare, di problemi da risolvere, con una famiglia, di un ragazzo che non mi sta vicino, di un fratello che adoro e di mille altri interessi, dolori, ansia, paranoie, gioie e chi più ne ha più ne metta…
Ho sempre pensato, a questo punto forse ingenuamente, che il blog riflettesse questa immagine di me, ma evidentemente non è così. Sono ingenua, forse troppo buona, o forse è che io le persone non le capirò mai o forse le ho ben capite. Scrivo per me stessa, e chi mi segue da tempo questo lo sa, è scritto nei primi post il motivo per cui ho scelto di aprire un blog. Non posso pretendere che tutti capiscano questo e forse non dovrei nemmeno prendermela tanto, ma sono fatta così, ci sono cose a cui non voglio stare e cose su cui non posso passare come nulla fosse.
Ho fatto tutto nel modo in cui lo faccio sempre, con la semplicità, con la schiettezza e la bontà d’animo. Forse se fossi scialba, stupida e superficiale, come molte delle mie simili, godrei di tanti comportamenti, ma il fatto è che non lo sono, metto il muso, ma prima o poi passa.

domenica 16 dicembre 2007

Nudamente, Più Nuda Che Si Può...

Vorrei essere nuda per una volta, ed essere me stessa. Anche qui. E per davvero.
Di me del resto, su questa pagina nera, si posano solo alcuni dei miei colori, e per una volta vorrei essere un albero a cui sono cadute tutte le foglie, così chi si fermerebbe a guardarlo riuscirebbe a vederne distintamente il tronco, i rami, le venature, tutte… così chi si fermerebbe a leggere, leggerebbe e scoprirebbe francesca.
Io, invece, sono abituata a mostrare le mie foglie, i miei fiori, i miei frutti, le mie parole, le più belle, ma non mostro del tutto la parte nera della mia anima quella che hanno tutti del resto…
Io mi copro delle mie amate metafore e sto bene, non ho né caldo, né freddo. Ieri albero, oggi foglia, domani farfalla, dopodomani chissà. Ma ora non mi basta più perché………………………………………………………...vorrei essere nuda.
Sì, nuda per davvero.

Vorrei esserlo per una volta, e per più di una volta. Lo ammetto, chi mi conosce da molti anni, qui ritrova solo un lato di me. Perché qui spesso sono come quel famoso olio che mai e poi mai si mescolerà all’acqua. E non sia mai che tutto questo accada!
Sono difficile, incasinata, strana, complessa…
E sono fuori posto, in ritardo con la vita… troppo spesso…
E sono stonata, ma cerco di non farlo trasparire. E nel cercare di celare questa parte di me finisco per dipingere un ritratto che è veritiero ma solo per metà…è come se una parte di me avesse tratti chiari, decisi e riconoscibili e l’altra parte fosse coperta da un vetro sabbiato che non lascia intravedere nulla.

Perché non ci mettono a questo mondo con la facoltà di riuscirci a difendere da noi stessi? A questa domanda io non so rispondere. So solo che perdiamo così tanto tempo a cercare di imparare a come difenderci dagli altri, che poi scopriamo che ci facciamo più male con le nostre stesse mani. Che se ti manca l’aria a volte non è perché te l’ha tolta qualcuno, è perché la stretta delle tue mani intorno alla gola si fa sempre più soffocante…
Perché non ci mettono a questo mondo insegnandoci la capacità di prenderci cura per davvero di noi: di accarezzarci quando ne abbiamo bisogno e di sgridarci quando l’abbiamo fatta grossa? Non sono in grado di rispondere nemmeno a questa domanda adesso…
Ma ha ragione chi mi scrive che finirò all’inferno per quello che la mia sporca mente sta pensando… perché la mia è una sporca mente, come sono sporche tante altre menti che incontro ogni giorno per strada. Ha ragione perché sa molti dei miei pensieri, sa quello che sono, sa quello che dico e poi non faccio, sa che dico di essere un disastro e che a volte lo penso per davvero, sa che faccio una cosa e inevitabilmente ne esce fuori un’altra. Strana la realtà, e ammettere che spesso si appare per quel che non si è, che a volte voglio essere come quel maledetto olio, adagiandomi sopra a tutti, pensando di non sporcarmi mai, pensando che mai e poi mai mi fonderò con quell’acqua. Non sono una santa, e non lo voglio essere. Non è vero che certe cose io non le pensi e non le faccia, ma le penso, le dico e le faccio. Non voglio sembrare una che se la tira, perché non è così. Ma a volte ci riesco benissimo.
Sono testarda e maliziosa da far schifo. Sono bizzarra. Sono un groviglio da prendere a piccole dosi. A volte penso di essere davvero come il prezzemolo, sto dappertutto, ma se decotto in grosse quantità forse posso fare del male. Ho rabbia. E tanta. E c’è delusione. Un’infinità. Rabbia e delusione si mescolano per dare vita a tutto quello che non ho esternato fino ad ora. Ma voglio essere nuda, e lo sarò.
Penso a quel che mi manca, ma quel che mi manca non è colui che se ne è andato dalla mia vita, del resto che me ne faccio di chi non sa dire quale è la verità?
Ha lasciato solo troppi vuoti da riempire, ma che non resteranno per sempre vuoti.
Sto bene, anche se tutti si preoccupano per me. Mi rassicurano. Ma non ce n’è bisogno.
Sono in piedi e cammino per la mia strada, non mi guarderò indietro.
Volevo e voglio essere nuda, così ho scrollato i miei rami, quelli secchi e vecchi che intralciavano li ho tagliati. Poi è stato il momento delle foglie, ho scosso la chioma e sono cadute, tutte, così come le parole, scendono anche le maschere - ma non so quante siano - scendono le carte - ma nascondo più jolly che posso nelle maniche della mia camicia.
Voglio solo giocare questa partita nuda, perché a dimostrarsi umanamente fragili non si rischia niente, anzi.

“So Nascondermi Bene Tra Le Righe Di Questo Mio Blog”

Spesso non scrivo tutto quello che sento per davvero. Parlo di quel che voglio io. Mi scopro fino a dove voglio io. E nella vita di tutti i giorni: lo faccio con chi voglio io.
Sì, sono una donna dolce, ma dirlo già è riduttivo e parziale.
Che senso avrebbe, ad esempio, dire che sono una donna passionale, e che mi piace tutto quello che piace ad una donna?
Odio le costrizioni, essere fraintesa e le categorie.
E sono testarda.
Sto dove voglio stare, e se mi spostano può darsi anche che mi arrabbi. Ma non impongo mai la mia presenza. Non mi sento nemmeno di avere in tasca il segreto della vita, ma so che alle volte può sembrare così.
È che a volte decido di proteggermi da sola. Ma non voglio stare sopra a tutti.
Quel che scrivo qui io lo scrivo con il Cuore, con la Pancia, con le Mani e con la Testa, con la speranza che chi legge non si fermi solo alle lettere e alle parole, e che non mi chiuda in una gabbietta con le mie lentiggini e il viso da bambolina.
E se spesso nascondo i particolari è per senso del pudore. E forse ci sono rimasta solo io ad averlo. Sì, sono una donna che arrossisce in volto se uno le fa un complimento, abbasso lo sguardo, come se a volte me ne dovessi vergognare. Altre volte sono capace di guardare in faccia una persona e sostenere lo sguardo, e farla allontanare in sette secondi netti. In quel caso sarei quel che si dice una dolcestronza. Sì sono una dolcestronza, ma buona d’animo eh!
Io della vita non ho capito tutto anzi, non ne ho capito nemmeno un pezzettino. Ma sono una che impara dalle esperienze passate, che non si scansa davanti a nulla, e che affronta tutto in prima persona, senza mai delegare ad altri, cosa che odio.
Sono solo una donna in perenne lotta con se stessa, tra quello che dice e quel che vorrebbe fare.
Ma sono coraggiosa e matta. E credo nei miei ideali. Non penso affatto che il mondo sia tutto rosa e che se piove, al posto dell’acqua zozza, cadano margherite, io sorrido, ascolto e mi ascolto, e quando posso cerco di avere quel che voglio.
Voglio essere presa per quel che sono, anche se spesso nascondo parti di me.

lunedì 10 dicembre 2007

December: From Start To Finish...

Dall’inizio alla fine…
Oggi deve inderogabilmente finire questo stato/periodo di cazzeggio assoluto: tutto dall’inizio alla fine.
Devo smetterla di guardare i libri dell’esame di sguincio, leggerne e sottolinearne una trentina di pagine e poi sentirmi a posto con la mia coscienza da studentessa in dirittura d’arrivo.
Quindi? Devo seriamente mettermi a tavolino con me stessa e con una cosa che si chiama voglia e prendere delle decisioni vere e concrete. E non tergiversare, fare altro, impegnarmi in mille cose e portare a termine solo quelle che mi piacciono di più. Paracula.
Niente scuse e niente ma: tolleranza zero verso me stessa, non devo sgarrare più.
Perché il tutto ruota intorno a questi quattro punti:

1) ultimi sei esami da togliermi dalle balle (testa bassa, sedere appiccicato alla sedia, evidenziatore incollato alla mano destra);
2) tesi (croce e delizia dell’anno entrante): cosa, come, con chi (ecco, diciamo che di stabilito ci sta solo il quando: ottobre prossimo, così dopo mi sparo un viaggio verso mete lontane)
3) tirocinio: Eh incrociamo pure le dita dei piedi, magari ad anno nuovo ’sto ragno lo sfratto da quel buco nero dove s’è ficcato no?!
4) vita privata: ehm… quindi? (non cercate di sapere/indagare ciò che non è nemmeno e lontanamente chiaro alla sottoscritta)

Ecco, questi quattro punti, che adesso sembrano crateri, sono le mie priorità. Sarà il mese di dicembre che mi spinge a fare una sorta di lista di buoni propositi per ragazze precisine e a posto, ma siccome io mi sento sempre meno precisina, e sempre meno a posto - soprattutto con la testa - ho deciso che sì, ci metterò l’impegno - una sorta di Aiutati che il ciel di aiuta - ma che prenderò quel che verrà con più filosofia.
Ecco, tipo in uno slogan politico: Meno pippe per Francy.
Poi io sono un tipo apparentemente tranquillo, e in questo periodo sono quel che si dice spensierata, forse lo sono pure troppo - se avessi un po’ più coscienza terrei a freno la bocca e terrei le chiappe davanti alla scrivania - e invece no: parlo, arrivo, faccio, disfo, non sto zitta, penso - quello pure troppo - e quello che penso lo metto per iscritto con pochi filtri. Potrei essere matta, o troppo irrequieta, o troppo vivace, sono quel famigerato troppo che stroppia? Penso che tutto questo, la mia natura e me stessa possano essere racchiusi in una sola parola: incontenibile!

giovedì 6 dicembre 2007

Ti spiego qualcosa sui cuori…

- Sai come è fatto un cuore?
- E sai come funziona?
- E come ragiona lo sai?

Forse si ma posso provare a spiegarti qualcosa…

… ci sono cuori di cioccolato che si sciolgono e sanno far sciogliere…
…ci sono cuori di ghiaccio che sanno far sciogliere, ma che non sono capaci a sciogliersi…
…ci sono quelli di pietra così aridi, tristi e duri che non lasciano nulla a nessuno, tanto meno ai loro possessori…
…poi ci sono cuori masticati, martoriati, feriti, sanguinanti, mai ricuciti che si perdono così tanto che non tornano mai ad essere quello che erano stati prima, felici, sereni, spensierati…
…qualcuno dice che cuori così potrebbero non tornare più a percorrere quelle strade lineari che solo la pace e l’equilibrio interiori riescono a dare, e che invece siano costretti a battere strade piene di anse, con brusche curve, e con tratti così vicini a profondi dirupi che a cadere ci mettono meno di un attimo. Dicono che questi cuori non saranno mai capaci a venir su per ripercorrere la strada…A queste parole io non credo. Solo gli stupidi pensano che perdendo qualcosa o qualcuno una parte di noi se ne vada via con loro, solo chi non è capace di ascoltarsi pensa di essersi perso tra quelle anse e che non troverà mai più la strada, non si finisce imbrigliati nei propri timori e nelle proprie paure se la forza di volontà s’oppone combattendo, tirando fuori le unghie e prendendo a zampate chi intralcia il nostro cammino facendoci sgambetti. I cuori incontrano, i cuori parlano, i cuori s’affrontano e affrontano in prima linea tutto quello che c’è da affrontare e pagano sulla propria pelle, gocciando sangue spesso per futili motivi, ma lottano per sopravvivere, per essere sereni e felici, è questa la loro forza.
Non importa quanto tempo gli occorrerà, conterà soltanto quanta forza avranno per mettersi ancora in gioco e quanta voglia avranno ancora di rischiare per essere felici.

mercoledì 5 dicembre 2007

Io Che Vivo L'Aria

Ho bisogno d’aria perché io l’aria la consumo, perché la vivo. Io vivo l’aria… Odio stare con le mani in mano. Sfoglio giornali e strappo articoli. Credo che con questi post ho iniziato a scrivere qualcosa che potrebbe avere la forma di un “libro”, ma la sera mi fanno male le spalle, mangiucchio cioccolata, bevo troppo te e caffè, dormo poco, e consolo amiche al telefono ed in carne ed ossa. E mentre sono lì per loro, tutte mi guardano basite quasi si stupiscono e mi rivolgono sempre la stessa domanda: “Come fai dopo quello che ti è successo, ad essere così forte ed equilibrata?”… Quanto è difficile spiegarsi a parole: condensare con la voce il percorso che testa e cuore stanno facendo da quasi 2 anni, ma io cerco di farmi capire lo stesso: gesticolando, parlando, spiegando…essendo sempre me stessa e mai un’altra. Sì, è vero, un addio può lasciare il mal d’amore, ma da questo si guarisce, basta solo guardarsi dentro, che sembrerà una frase da baci perugina, ma è così. Il mal d’amore ha un peso insormontabile e ha sintomi caratteristici quali dolori al cuore e al petto, affanno, ansia, cupezza, insonnia - a me è rimasta solo l’insonnia, ma quello è perché sono un’esagitata e ho una strana concezione della gestione manageriale del mio tempo – l’importante è capire che se tu ci sei per te, chi scompare dalla tua vita, andandosene, non ruba la tua interiorità. Mi sgolo a dire questa frase ed io sono convinta di questo. Sono sincera, non ho maschere, sono cristallina, come sempre del resto. È questa la frase su cui ci si deve soffermare, rimuginare se lo si vuol fare, ma è così. Perché quando sei lasciato, o la tua relazione finisce all’improvviso e con motivi strani le cose che puoi fare sono due:

Caso a. O ci rimani sotto per non si sa quanto tempo. Il treno ti passa sopra avanti e indietro infinite volte e diventi tristissimo, non elabori il lutto, ti dai colpe infinite e pressoché ingiustificate, perché idealizzi il carnefice.
Caso b. Oppure elabori il lutto, insomma lecchi tutte le tue ferite. Ti fermi. Dai retta alla testa. Sospendi il cuore per un po’ perché lo curi, lo nutri della tua linfa, e con il cinema, con gli amici, con la musica, con la scrittura, con pile infinite di libri, insomma con quel che vuoi. Esorcizzando tutto: paure, paranoie, scheletri, mal di pancia, frasi, bugie, cazzate, scuse, sms, mail, ansie, annessi e connessi.

A tutto questo, nella mia spiegazione, aggiungo che SE si capisce che una relazione è fatta da due esseri distinti, e che relazione e amore non solo non vanno d’accordo ma che non sono nemmeno sinonimi, si arriva a capire perché la terra piano piano torna sotto ai tuoi piedi, perché ti riprendi i tuoi spazi, perché le tue molecole combattive si svegliano dalla botta, si moltiplicano e sfregandosi tra di loro producono energia e calore da riversare sulla riabilitazione di te stesso… chiaro no?

Come Una Pianta Nel Cemento

Mi capita molto di pensare alla mia condizione, al mio stato delle cose, al mio stato di calma e serenità.
Non apparenti.
Mi capita poi di fare dei piccoli paragoni tra me e le cose: per un momento questa mattina mi sono sembrata prima un cuore rosso in plastica scintillante, poi soffice come un tappeto, morbida come un cuscino, rumorosa come una collana di perle, calda come una coperta di cachemire, nascosta come un paravento, chiusa come un cofanetto, da scrivere come una lavagnetta… Poi d’un tratto guardando attentamente la facciata di una palazzina, mi sono sentita come quella pianta che ha messo radici tra quelle pietre apparentemente così ostili. Così sono io, da un po’, o forse da sempre. Mi sono sempre chiesta come potesse una pianta crescere fin lassù, rimanere verde, mettere fiori persino, e restare lì fino a che un restauro non avesse deciso per lei. Mi sono chiesta che diamine di terra ci deve essere e quali condizioni climatiche possano permettere una crescita così sana. E l’acqua… come ci arriva?
Non tutte le piante possono resistere, non tutte ce la fanno, non tutte crescono e fioriscono bene tra le pieghe del cemento…ma quelle che resistono hanno radici e clorofilla tutta particolare, hanno carattere… Così accade per le persone, non tutte resistono, non tutte ce la fanno, non tutte crescono e fioriscono tra le pieghe di cementi fatti di freddezza, cattiveria, indifferenza… ma quelli che resistono forse hanno valori e forze sovraumane tutte particolari, hanno carattere…
Sarà forse per sciocca presunzione che io mi sento come quelle piante? Non che mi senta più fortunata di altre o meglio di altre, sia ben chiaro, così come non è autoreferenzialità. Sento le mie radici diventare forti, e questa loro natura si riflette su tutte le mie propaggini: il sorriso, gli occhi, il viso, le mani, il cuore. Non si deve essere forti per forza, così come non si deve pensare che saremo più forti di tutto, ma si deve pensare che le energie e le capacità ci sono, è solo che spesso non siamo così bravi nel valorizzarle.
E non è detto che se ce la fai a crescere in quel cemento è perché ti aiuta un concime, una persona, una pozione, o un altro agente esterno, ma è perché e già in noi, nel dna - sì, nell’acido desossiribonucleico - che si mescola a tutte le altre qualità e che alla fine è quello che fa la differenza, e che come quella pianta, ti fa crescere, imporre e fiorire nel cemento.
Non contano le intemperie, non conta nemmeno quante volte vorranno strapparti via, toglierti il nutrimento, o vederti appassire piano, e poco alla volta, le persone a cui non importa nulla di te, sono invidiose, gli dà fastidio la tua felicità, la tua serenità acquistata a caro prezzo, gli dà così fastidio tutto di te che ti dicono che non vorrebbero mai essere te, ma alla fine lo sperano. Quanto sono dannose queste intemperie? Tanto, da morire. Ma basta aprire un ombrello e farle scivolare piano, dolcemente, il più lontano da te.

martedì 4 dicembre 2007

Da Vizioso In Virtuoso

Diciamolo fa freddo! Insomma, è una tortura svegliarsi e non volere assolutamente mettere fuori il piede dal letto, si fa fatica ad entrare nella doccia se prima il bagno non ha raggiunto una temperatura pseudo-tropicale e soprattutto mi scoccia indossare pesanti maglioni di lana, cappelli e sciarpe.
Del resto, se tengo a non ammalarmi questo è l'iter da seguire. Vado avanti a thè, cioccolata e bevande calde ed è stato meraviglioso mettere il piumone al posto del trapuntino...mi mancava è bello dormirci e sprofondarci la notte.
Cullo i miei sogni, lemie ansie, le mie speranze, le mie paure, a volte ci riesco, alle altre, pazienza, no.
Non ti nascondo che c'è rabbia, insoddisfazione, c'è voglia di pestare i piedi. Ma non c'è enon c'è stata affatto la voglia di chiudermi in me stessa, perchè non sarebbe giusto, questo no.
Credo che la rabbia va sbollita e soprattutto canalizzata verso altre attività per trasformarla da qualcosa di vizioso in virtuoso, ed è questo quello che cerco di fare. Ma solo che spesso faccio fatica perchè sono coinvolta, scottata e anche profondamente delusa. Perchè stupidamente ho pensato che i tuoi occhi mai e poi mai ne avrebbero guardato degli altri e che mai avrei subito il male degli altri.
Per questo sono arrabbiata! Ma non me ne importa nulla, affronto tutto, determinata, senza incertezze e con lo sguardo fisso sulle cose, perchè inspiegabilmente, davvero non so come, al mio interno sono solida.

Il Mio Cuore Nella Formalina

Continuo a farmi male nel pormi domande a cui non so rispondere, ma sono sempre convinta che per tutto ci sia una spiegazione, una ragione, un motivo, un perchè. Avrei voglia di mettere il cuore in un vaso con la formalina,lo spirito. l'alcol o come diavolo si fa, chiuderlo bene e riporlo su una mensola e saperlo lontano da me, dal mio petto, dal mio dolore, e fissarlo ogni tanto per vedere come sta, come se la passa.
Hai scelto di stare lontano da me, ed io quel giorno sono riuscita solo a singhiozzare al telefono e non c'era nulla che riuscisse a scaldarmi. Mi chiedo quanto ancora io debba soffrire, e se è vero che il dolore è catartico, allora forse un giorno sarò migliore e più forte di adesso, più bella, ma di una bellezza interna, perchè è questo quello di cui mi importa. La vita fa giri enormi. La mia li ha fatti, mi sono buttata in una storia che in sè portava il germe della fine. Per un attimo vorrei fare come se non fosse mai successo nulla. Poi mi vergogno di quello che hopensato, e mi ripeto che allontanare questa sofferenza in modo forzato, senza elaborarla, sarebbe solo dannoso per me, io che mi sono sempre scavata dentro.
E mi scopro fragile, esposta, nuda come mai nella mia vita. Mi stanno tutti vicino, cercando di scaldarmi con le loro parole, ma tutto mi scivola addosso. E' come se mi fossi immersa nella formalina insieme al mio cuore, a tratti è come se osservassi dal di fuori questo momento della mia vita, così delicato, così precario, così sfuggente dalle mie mani, dalla mia volontà, dalla mia stessa anima.

Baciata Dal Sole!

L'altra sera ero con Adry, parlavamo di noi, delle ultime cose successe. Sedute da sole ad un tavolo. Passano dei suoi amici e si siedono li con noi, me li presenta. Io sono assente e lontano con la mente, con gli occhi, seduto su quella sedia c'è solo il mio corpo. Uno dei tre mi fissa, mi sorride, attacca bottone. Mi chiede se studio e cosa mi piace e cosa no. Rispondo distratta, pensando: "Ma cosa vuole questo da me?"... Poi mi dice che non è la prima volta che mi vede, che mi aveva già vista quest'estate al mare e di sera più volte in un locale, ai Giardini Virgilio, uno a caso. Mi dà noia. E poi mi fa mille domande. Poi sta zitto e mi guarda, mi fissa. Ed io mi sento a disagio. Bevo la mia mousse pensando ai cavoli miei fissando a mia volta le persone, Adry mi dice qualcosa sorrido, ma non ho poi tanta voglia di stare ancora lì a quel tavolo. La mia vita è strana in questo periodo proprio come me. Poi con una piccola scusa ci alziamo, saluto tutti, lascio i miei due euro, sorrido, giro le spalle e me ne vado. Mi sento come un vaso di miele aperto e lasciato in mezzo ad un bosco. Ed ho paura, tanta. Lascio Adry alla macchina e come al solito la mia mente trasuda il tuo nome. Ricordi. Colpi al cuore. Schiaffi alla mia anima, che animo strano, lunatico, difficile, ma forte è il mio. Ascolto quello che mi dice il mio cuore, ed io sono testarda, io lotterò. Un amico mi disse tempo fa:"Sai cosa ti rende diversa dalle altre?", la purezza della tua anima, ed è li che ho pianto di più. Si è vero, ho fatto tanti sbagli nella mia vita, ma ha ragione lui, ho purezza e dignità nell'animo. Forse è questo quello che conta nella vita, potersi guardare allo specchio e vedere che le cicatrici e le ferite ancora aperte sono lì a testimonianza del tuo valore, della tua vera essenza. Libero la mia vera me per le strade di questa città, a passi piccoli e incerti, con la voglia di incontrarlo. Ricaccio in gola le lacrime, ho un esame da fare. E per calmarmi un pò mi faccio baciare dal sole mentre cammino, da sola.

I Sentimenti

Puoi dirmi che della tua ne fai ciò che vuoi, puoi dirmi che non è un problema mio, puoi dirmi che se stai con una persona non devi darmi alcuna spiegazione-giustificazione. E' vero, ma ascolta la rabbia di una persona cara, ascolta l'amarezza di una persona sincera, ascolta i dubbi e le perplessità di una ragazza che ti ha amato e che ti ama ancora. E' capitato di vedere i tuoi occhi diventare rossi, il tuo sguardo si abbassa e non puoi dirmi che la tua mente non vola a ricordi di noi due insieme, ho sentito la tua voce ogni tanto cambiare...Ti ho dato spesso contro ma tutto per farti capire... E' come se avessi i 6 numeri del superenalotto, non lo sai ma sono i numeri vincenti, non sai se giocarli o meno, sei indeciso, ci pensi, rifletti, ti poni dubbi e domande solo che il termine di chiusura delle scommesse non ha una scadenza illimitata.

Vuoi ritrovarti con una schedina in mano non giocata e sentire quei 6 numeri che escono uno dopo l'altro? Se lo fai sei solo un pazzo!
I sentimenti possono mutare nel tempo, l'amore può scemare e diventare semplice affetto, ma non puoi dire certe cose perchè sono una contraddizione! E queste contraddizioni fanno ancora più male di un coltello conficcato nel cuore.
Sai delle volte è giusto commettere degli errori, perchè dagli errori si impara,si cresce e possibilmente si diventa una persona migliore e più saggia, ma ci sono casi in cui si commettono degli errori che si pagano, e rimangono dei vuoti che ci si porta dietro per tutta la vita.
Ho sempre dato un peso a certe parole, spesso non so se tu le abbia dette sentendole in te, a volte non le hai mai pronunciate me le sentivo, eccome sele sentivo!
Se decidi di fare una determinata scelta, valutala bene, pesa i pro e i contro, ma vedi di non avere dubbi... potresti avere dei rimpianti che ti porterai dietro come un fardello sulle spalle.

domenica 2 dicembre 2007

Mentivo Sapendo Di Mentire

"E' strana la vita, Dio se lo è...". Con il naso poggiato sul vetro, ed il riflesso del sole negli occhi, sento il calore invadermi. Mi riempie di un'energia positiva che pensavo di non avere, di non ritrovare in me. Spesso penso a quanto sia beffarda la vita.
Mi ricordo di una sera, di una discussione, della mia indecisione. Mentivo sapendo di mentire......
Dissi che non avevo un sentimento per te, che non ero sicura, ed invece ti sentivo bruciare dentro di me, forte.
Mi ricordo abbracci dolci e stretti, lacrime amare, e più di un bacio. Mi ricordo che sentivo dentro di me il bisogno di essere certa di quel che volevo, mi ricordo di aver detto che dalla cenere non può rinascere un sentimento, ma per me quella non era mica cenere, era brace, erano tizzoni ardenti. Mi è bastato soffiarci un pò su per capire quanto scottasse e quanto ci fosse ancora di vivo.
Ma quella volta non gli ho detto nulla, non gli ho detto che ti amavo ancora, non gli ho detto che il migliore sei tu. E forse ho sbagliato. Stupida e cocciuta. Scherzi di psiche. Nel mio cuore sapevo che avevo bisogno di altro tempo per capirmi, per chiudere il cerchio, per darmi delle risposte. Una volta per tutte.
E' come se le azioni che ho compiuto in quel periodo mi fossero servite per incasellare e ridimensionare quel che avevo erroneamente mitizzato ma più semplicemente, non era quello che davveromi rendeva felice, serena e in pace.
A volte nella vita ci sono dei momenti in cui solo se si è da soli con le proprioe paure, dubbi e scheletri, si è capaci di allontanarsi da tutto e mettere a fuoco una volta per tutte quale tizzone è quello che ci scalda per davvero e di più. E proprio facendo questo ho capito che per te non si è spento mai.

Nero Su Bianco

E' difficile mettere nero su bianco voci, suoni, parole, emozioni, stati d'animo, impressioni, incazzature, lacrime, rabbia, amore, gioia e dolore.
E' difficile quando queste cose si concentrano in pochi attimi. Le parole però aiutano a disegnarmi meglio. Mi definiscono, mi colorano, così tu che leggi puoi assaporare la pasta di cui sono fatta. Ti scrivo i miei pensieri per lasciare una traccia affinchè tu un giorno possa rileggere e riflettere ancora, ti scrivo perchè so che mi apprezzi, perchè c'è sempre qualcosa di importante da dirti, da sussurrarti, perchè tutto può essere necessario...
Sei una persona speciale, come poche se ne incontrano al giorno d'oggi, vera, genuina, con testa e sincera.
Le parole che mi dici, che leggo su biglietti regalati, le vivo, le passo tra i miei pensieri e le spingo giù fino dentro al cuore e alla pancia. Le faccio mie ed è bello riviverle perchè sono sensazioni vere di una persona che mi ha veramente conosciuta.
Ed è per questo che provo ancora... Voglio raccontarti la mia vita, per fare e dire certe cose, per tirare fuori ciò che testa, cuore, pancia mi urlano. Sono così e non voglio maledirmi per non averlo fatto, per non essermi ascoltata e per non guardare, un giorno, con occhi stizzosi tutto quello che mi sono fatta sfuggire.
Non vorrei che tu pensassi che io sono composta solo di cellule paranoiche, ma di altro.
Vorrei mostrarti tutto di me, essere come una maglia che offre il proprio rovescio, che mette in luce le cuciture, senza pensare ai se ai mae senza avere lo scheletro del rimpianto appeso vicino alle mie giacche...essere semplicemente me stessa e rivelarti quello che c'è in me!

La Sfera Magica

Vorrei poter avere una sfera magica, dove poter sbirciare la mia vita futura, che è diversa da ieri. Mi manca quel che avevo. Strane sensazioni, pianti che si alternano a sorrisi, e sento il calore dei miei amici che non mi lasciano mai sola. Piango a volte prima di dormire e la mattina, quando un brivido mi percorre la schiena, quando lo stomaco s'annoda un pò e la palla in gola cresce fino quasi a togliermi il respiro. E' come se mi fossi addormentata il 17 di aprile e non mi fossi svegliata mai e che questo che sto vivendo ora è solo l'incubo più lungo che abbia mai fatto, ma dal quale non mi sveglierò di colpo mentre immaginerò di cadere nel vuoto sentendomi persa. In questa sfera magica vorrei già vedere il mio domani, per sedare un pò dell'ansia che mi accompagna e che cerco di anestetizzare con orari di studio massacranti, dove nulla resta in mente. Quanto brucia questa sofferenza che si amalgama piano con la rabbia, e fa male, male da morire, vorrei togliere le nostre foto dal computer, perchè a vederle ancora non ce la faccio. Mentre ti scrivo giro lo sguardo verso la finestra sapendo di dover guardare avanti e raccogliere questi pezzi di me e lavorare per ricomporre quel che è stato rotto, piano ed un poco alla volta. Sono le piccole cose, i sorrisi che mi regali a darmi la carica per affrontare tutti i momenti colorati di nero nella mia giornata e mi dà la forza per ricacciare indietro le lacrime e dare le cure necessarie alle mie molecole combattive che so di avere e che debbono solo essere un pò agitate, per colorare di nuovo il sorriso sul mio viso...

Il Nostro Noi...

Mi sento come se fossi un velo soffice, ma tutto accacciato, morbido, ma lasciato appeso e dimenticato fuori dalla finestra. Sventolo in balia del vento e della pioggia, è tutto grigio, fa freddo. Vorrei scoprirmi diversa, meno sentimentale, meno istintiva, magari pù fredda e razionale. Vorrei dare una sbirciata a quel che il domani mi nasconde, ma non si può fare. Vorrei poter curare alla svelta quel che mi ammala il cuore, leccarmi le ferite sperando di voler velocizzare il processo di guarigione. Ma c'è sempre un ma. Come è difficile ascoltare la tua voce al telefono, dirmi che mi hai amato e che i tuoi progetti futuri con me erano veri, ma che non era più come prima, e che adesso il bene è forte, ma che non è amore. So che l'amore può finire, ma quando questo finisce o scema o scompare o si affievolisce, come si fa a comportarsi come sempre, a dare attenzioni, a cercare quella persona, a farci l'amore, e a guardarla con quello sguardo con cui mi hai sempre guardata? Come si fa a tacere i propri sentimenti?? E so cosa vuol dire non essere mai contenti di quel che si ha, di essere sempre alla ricerca di qualcosa che ci completi e che ci levi di dosso la sete costante di qualcosa che non abbiamo ancora bevuto. Perchè oggi ci sentiamo bene, ma forse domani no, oggi sei felice e sorridi con una persona, poi domani non basterà soltanto quello e ti chiederai se è davvero quello che vuoi per te, e così via la vita passerà facendo e disfacendo, per sedare quel che in noi non riusciamo a capire.
Voglio vedere in faccia la realtà, voglio sviscerare ogni cosa per trovarci un senso, per non pensare che quei baci e quegli abbracci e il nostro "noi" siano stati come orme sulla sabbia e che l'acqua in un attimo porta via e che non lasceranno mai un segno visibile a nessuno. Non vorrei sentirti dire che io per te non sarò mai nessuno, ma che mi vuoi più bene di tutti al mondo.