Ho bisogno d’aria perché io l’aria la consumo, perché la vivo. Io vivo l’aria… Odio stare con le mani in mano. Sfoglio giornali e strappo articoli. Credo che con questi post ho iniziato a scrivere qualcosa che potrebbe avere la forma di un “libro”, ma la sera mi fanno male le spalle, mangiucchio cioccolata, bevo troppo te e caffè, dormo poco, e consolo amiche al telefono ed in carne ed ossa. E mentre sono lì per loro, tutte mi guardano basite quasi si stupiscono e mi rivolgono sempre la stessa domanda: “Come fai dopo quello che ti è successo, ad essere così forte ed equilibrata?”… Quanto è difficile spiegarsi a parole: condensare con la voce il percorso che testa e cuore stanno facendo da quasi 2 anni, ma io cerco di farmi capire lo stesso: gesticolando, parlando, spiegando…essendo sempre me stessa e mai un’altra. Sì, è vero, un addio può lasciare il mal d’amore, ma da questo si guarisce, basta solo guardarsi dentro, che sembrerà una frase da baci perugina, ma è così. Il mal d’amore ha un peso insormontabile e ha sintomi caratteristici quali dolori al cuore e al petto, affanno, ansia, cupezza, insonnia - a me è rimasta solo l’insonnia, ma quello è perché sono un’esagitata e ho una strana concezione della gestione manageriale del mio tempo – l’importante è capire che se tu ci sei per te, chi scompare dalla tua vita, andandosene, non ruba la tua interiorità. Mi sgolo a dire questa frase ed io sono convinta di questo. Sono sincera, non ho maschere, sono cristallina, come sempre del resto. È questa la frase su cui ci si deve soffermare, rimuginare se lo si vuol fare, ma è così. Perché quando sei lasciato, o la tua relazione finisce all’improvviso e con motivi strani le cose che puoi fare sono due:
Caso a. O ci rimani sotto per non si sa quanto tempo. Il treno ti passa sopra avanti e indietro infinite volte e diventi tristissimo, non elabori il lutto, ti dai colpe infinite e pressoché ingiustificate, perché idealizzi il carnefice.
Caso b. Oppure elabori il lutto, insomma lecchi tutte le tue ferite. Ti fermi. Dai retta alla testa. Sospendi il cuore per un po’ perché lo curi, lo nutri della tua linfa, e con il cinema, con gli amici, con la musica, con la scrittura, con pile infinite di libri, insomma con quel che vuoi. Esorcizzando tutto: paure, paranoie, scheletri, mal di pancia, frasi, bugie, cazzate, scuse, sms, mail, ansie, annessi e connessi.
A tutto questo, nella mia spiegazione, aggiungo che SE si capisce che una relazione è fatta da due esseri distinti, e che relazione e amore non solo non vanno d’accordo ma che non sono nemmeno sinonimi, si arriva a capire perché la terra piano piano torna sotto ai tuoi piedi, perché ti riprendi i tuoi spazi, perché le tue molecole combattive si svegliano dalla botta, si moltiplicano e sfregandosi tra di loro producono energia e calore da riversare sulla riabilitazione di te stesso… chiaro no?
1 commento:
Quasi piango alle tue paroli..il vedere..sentire..immagginare che tu sia così simile è diversa a me nello stesso tempo mi fa sentire meno solo...la cosa che ci rende comuni è la nostra stessa debolezza che usiamo come scudo davanti ad un mondo ormai troppo stanco per avere voglia di combattere contro cuori così pieni di vita ..mentre muiono contro il tempo che ruba i loro battiti..e non si accorge che la loro unica colpa sta in quell'assurdo desiderio che li spinge all' infinita ricerca di un unico battito altrui che scelga di ascoltare insieme quella sabbia cadere da quella classida chiamata tempo..by ventogreen
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