Dall’inizio alla fine…
Oggi deve inderogabilmente finire questo stato/periodo di cazzeggio assoluto: tutto dall’inizio alla fine.
Devo smetterla di guardare i libri dell’esame di sguincio, leggerne e sottolinearne una trentina di pagine e poi sentirmi a posto con la mia coscienza da studentessa in dirittura d’arrivo.
Quindi? Devo seriamente mettermi a tavolino con me stessa e con una cosa che si chiama voglia e prendere delle decisioni vere e concrete. E non tergiversare, fare altro, impegnarmi in mille cose e portare a termine solo quelle che mi piacciono di più. Paracula.
Niente scuse e niente ma: tolleranza zero verso me stessa, non devo sgarrare più.
Perché il tutto ruota intorno a questi quattro punti:
1) ultimi sei esami da togliermi dalle balle (testa bassa, sedere appiccicato alla sedia, evidenziatore incollato alla mano destra);
2) tesi (croce e delizia dell’anno entrante): cosa, come, con chi (ecco, diciamo che di stabilito ci sta solo il quando: ottobre prossimo, così dopo mi sparo un viaggio verso mete lontane)
3) tirocinio: Eh incrociamo pure le dita dei piedi, magari ad anno nuovo ’sto ragno lo sfratto da quel buco nero dove s’è ficcato no?!
4) vita privata: ehm… quindi? (non cercate di sapere/indagare ciò che non è nemmeno e lontanamente chiaro alla sottoscritta)
Ecco, questi quattro punti, che adesso sembrano crateri, sono le mie priorità. Sarà il mese di dicembre che mi spinge a fare una sorta di lista di buoni propositi per ragazze precisine e a posto, ma siccome io mi sento sempre meno precisina, e sempre meno a posto - soprattutto con la testa - ho deciso che sì, ci metterò l’impegno - una sorta di Aiutati che il ciel di aiuta - ma che prenderò quel che verrà con più filosofia.
Ecco, tipo in uno slogan politico: Meno pippe per Francy.
Poi io sono un tipo apparentemente tranquillo, e in questo periodo sono quel che si dice spensierata, forse lo sono pure troppo - se avessi un po’ più coscienza terrei a freno la bocca e terrei le chiappe davanti alla scrivania - e invece no: parlo, arrivo, faccio, disfo, non sto zitta, penso - quello pure troppo - e quello che penso lo metto per iscritto con pochi filtri. Potrei essere matta, o troppo irrequieta, o troppo vivace, sono quel famigerato troppo che stroppia? Penso che tutto questo, la mia natura e me stessa possano essere racchiusi in una sola parola: incontenibile!
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