giovedì 1 maggio 2008

Tempo: Passato-Presente-Futuro

C’è qualcosa che a volte torna, prepotente e violento, che ti resta vischiosamente un po’ incollato, ed ha una forza così soffocante, da toglierti il respiro. C’è chi di tutto questo non riesce proprio a farne a meno, mai. Perché vive per e di quel che è stato, sa come riportarlo in vita, e anche se a brandelli poco importa. C’è chi pensa che quel che è stato è appunto passato, andato, perso, e che resta lì indietro in mezzo alle altre cose, e per cui non vale la pena arrancare. C’è chi vorrebbe vivere l’oggi - il presente - ma è troppo schiavo di quel che è stato, perché la memoria prepotente lega a sé, sia i deboli che i forti di cuore, e il resto conta poco. C’è chi si ferma, guarda avanti, voltando le spalle a quel che fu - tanto ma tanto tempo fa - cammina dritto senza mai voltarsi. C’è chi, come me, mescola tutto in un miscuglio strano, dal sapore insolito, che sa di dolce e di salato, d’aspro e d’amaro, di limone e poi di miele. Chi rivolta al contrario la sua pelle che da rosa diventa rossa, con vene e sangue vero a colorarla. Potrebbe essere chiamata forza di voler essere, diventare, fare… c’è chi la chiama semplicemente volontà, di voler ricordare il suo passato, vivendo il proprio presente, proiettando la propria sagoma verso il futuro. Mescolo il mio passato, presente e il mio futuro, alla luce di nuovi fatti, che sconvolgono l’apatia e l’indolenza di mesi ormai andati. Come un turbine o una tempesta entra questo vento da una delle finestre della mia vita, volano fogli, sposta i miei capelli, tutto cambia posto, non ci sono priorità, non ci sono gerarchie, solo qualche dubbio, lievi incertezze, deboli insicurezze. Scelte. Nuove. Accattivanti. Come treni da prendere al volo, da non perdere, mai. Tutto questo… c’è chi l’aspetta statico, inerme, quasi immobile, mentre lascia prender polvere ai propri ingranaggi… c’è chi non l’aspetta e affannato annaspa correndogli dietro… c’è chi, serafico, non sente peso alcuno dicendo che quel è passato ormai è andato, quel che è presente va vissuto, e quel che è futuro è sempre muto per tutti. Allora basta solo riempire d’aria i propri polmoni e buttarsi, ovunque si deciderà d’andare…